E' il 1938 e il Ministero della Cultura Popolare emana il "Manifesto della letteratura giovanile". Tra le direttive il rispetto da parte degli autori di una verità storica che sia comunque sempre sottomessa all'orgoglio italiano. La letteratura per ragazzi deve essere antipacifista. La guerra deve essere idealizzata a strumento di sviluppo e arricchimento delle razze intelligenti ed eroiche a dispetto di tutte le rancide teorie pacifiste ed avvilenti. Con una circolare il Min Cul Pop ordina l'abolizione completa di tutto il materiale di importazione straniera. L'unico a salvarsi è Topolino.
Nel 1940 l'Italia entra in guerra e con loro anche i fumetti. Nel periodo della guerra le tavole di Enrico De Seta parlavano in modo umoristico e ridicolo di Re Giorgetto d'Inghilterra e del ministro Ciurcillone.
Marinel è un soldato italiano che in groppa a Otarietto sfida gli inglesi capitanati da Lord Picnic (con il volto di Churchill) il quale ne esce sempre sconfitto e ridicolizzato.
Nel giugno del 1941 l'Italia dichiara guerra agli Stati Uniti. Il Balilla nelle sue storie introduce il presidente americano Rusveltaccio. Sul Corriere dei Piccoli ecco il nemico americano raffigurato nel personaggio di Mister Dollar, avido capitalista che vuole fare guerra all'Italia, forte del suo impero economico.
Nel 1942 il Ministero della Cultura Popolare istituisce nuove restrizioni nel fumetto tra cui quella dei ballons, le nuvolette con il testo, in quanto diseducative.
E' il 1943. La guerra sta prendendo una svolta diversa da quella pensata dal partito fascista. Mussolini viene destituito e gli americani liberano una parte d'Italia.
1944: L'Italia è allo sbando. Non c'è più il Balilla, Mondadori interrompe le pubblicazioni di Topolino nel dicembre 1943 per ripartire nel 1945. Rimane il Corriere dei Piccoli. Diverse le storie che aprono una piccola finestra su quella che è la realtà della guerra: povertà, sacrificio e attesa per chi sta al fronte. Ed ecco che a Natale anche il Marmittone, soldato completamente diverso dagli ideali fascisti in quanto imbranato e pasticcione, per una volta non finisce in prigione.
"E l'Italia tornerà una, forte, liberata, che il nemico lascerà la sua terra martoriata". La guerra finirà solo l'anno successivo, nel 1945.